Tra i luoghi più misteriosi e meno turistici d’Italia, un autentico gioiello è stato riaperto ai visitatori, al massimo quattro persone insieme e sempre tutti muniti di mascherina. dopo il passaggio della Toscana in zona gialla. E’ il celebre parco romantico all’inglese fiorentino con i suoi percorsi allegorici che conducono al tempietto neo-egizio del Museo Stibbert, tra i luoghi della memoria piu’ eclettici e affascinanti del mondo, come lo ha definito un anno fa il New York Times. Al giardino si accede protetti dai busti di divinità greco egizie e poi da colonne, fuori del contesto architettonico della villa, che alludono alle colonne del tempio di Salomone.
Oltre, una grotta con un tavolino, una sorta di gabinetto di riflessione, e tanti simboli che scandiscono il cammino…A progettare il parco e a trasformare la residenza in uno straordinario museo, ricco di spettacolari barde da cavalli, sciabole turche tempestate di gemme, armature di samurari, preziose porcellane, fu il proprietario Frederick Stibbert (Firenze, 9 novembre 1838 – Firenze, 10 aprile 1906) collezionista d’arte e imprenditore, nato in Italia ma di origini inglesi, libero muratore, iniziato nel 1861 nella loggia Concordia, che alla sua morte donò la villa, il parco e le collezioni alla città.
Ne nacque un’importante fondazione che aprì al pubblico la casa, al cui ampliamento nell’Ottocento lavorarono alcuni fra i migliori artisti fiorentini dell’epoca, come l’architetto Giuseppe Poggi, i pittori Gaetano Bianchi e Annibale Gatti che eseguirono numerosi affreschi, e lo scultore Augusto Passaglia. Nelle sale neo-gotiche e neo-rinascimentali, è disposta la collezione di più di 50mila pezzi, forse il più importante esempio di museografia ottocentesca in città, con i più svariati oggetti d’arte di varie epoche, provenienti per la maggior parte dal centro Europa; dall’area balcanica, dal Medio Oriente e dal Giappone.
Interessante! Anche a Trieste c’è un parco iniziatico: quello di villa Sartorio a Montebello, che è giardino pubblico comunale.