Il libro “Gli Affreschi di Palazzo Bongiorno ‘dimora filosofale’ a Gangi” di Francesco Paolo Pinello non solo illustra la bellezza di un palazzo nobiliare, che si attesta uno dei migliori esempi di architettura settecentesca delle Madonie, ma rivela, nel cuore della Sicilia, uno scrigno di cultura ‘sapienzale’ di raro valore. L’autore definisce questa antica dimora “una piccola biblioteca completa e compiuta, di alta e profonda cultura filogiansenistica e filomassonica alchemico-speculativa”. Una “dimora filosofale”, appunto, che nei suoi affreschi racchiude insegnamenti riconducibili al simbolismo della “Tabula Smaragdina Hermetis”, con perle di dottrina teologica agostiniana. E che sono rintracciabili nei miti eziologici di alcuni gradi del Rito Scozzese Antico e Accettato. Oggi Palazzo Bongiorno è sede di rappresentanza del Comune di Gangi.
Pinello, libero muratore del Grande Oriente d’Italia, non è estraneo ai cosiddetti ‘studi tradizionali’ (ha al suo attivo vari saggi) e ha perciò potuto approfondire il significato recondito dell’iconografia degli affreschi di Palazzo Bongiorno che, in quest’ottica, acquista nuovo fascino anche agli occhi dei non addetti ai lavori.
Il libro, edito da Lampi di Stampa, è stato presentato il 14 maggio a Palermo e il 15 maggio a Gangi su iniziativa delle logge parlemitane “Ruggero II” (1409) e “Zed Mediterranea” (1470) e dei loro maestri venerabili, rispettivamente Giovanni Cricchio e Salvatore Mancino, di concerto con la Nuova Accademia degli Industriosi di Gangi, presieduta da Marisa Ferraro. L’iniziativa si è avvalsa del patrocinio del Collegio Circoscrizionale della Sicilia. Ai fini organizzativi, significativo il contributo fornito anche da Enzo Scaglione e Nicola Macaione della Loggia “Ruggero II”. La Nuova Accademia degli Industriosi, che ha collaborato all’evento, raccoglie l’eredità dell’Accademia degli Industriosi del Settecento fondata dai fratelli Bongiorno, Baroni del Cacchiamo e di Capuano, uomini colti, ricchi ed estramente generosi, che nel sodalizio, situato proprio nel loro palazzo oggetto di studio di Pinello, coltivavano l’arte poetica, l’eloquenza, la storia sacra e profana e ogni ramo delle scienze.