Di Alessandro Palumbo
Sono tante le storie di malagiustizia che raccontiamo con la speranza che possano convincere la nostra classe dirigente a mettere finalmente mano alla riforma della giustizia. Abbiamo raccontato storie che riguardano persone in vista e storie che riguardano persone comuni.
Di questi giorni è la storia dell’ex sindaco di Ancona, Sturani, che ha subito una odissea durata 15 anni, che ha visto la fine con una totale assoluzione, sia penale che amministrativa, nel frattempo ha avuto la vita politica e personale rovinata, ma oggi vorrei raccontare una storia che riguarda un gruppo di persone e capire come si costruisce un processo di grande impatto mediatico senza alcun riscontro, ma con una invasività che può riguardare una intera categoria.
La storia è narrata in un piccolo opuscolo intitolato “il biennio nero 1992/93” È un libriccino che è significativo perché riguarda una storia che ha avuto un eco mediatica enorme.
Si sceglie, per avere un eco fortissimo, una istituzione che pur avendo avuto una storia gloriosa nella formazione della unità di Italia e nella definizione della nostra Carta Costituzionale, avendo tra i suoi iscritti uomini di valore che hanno nobilitato la nostra Patria, gode di una cattiva stampa: l’istituzione massonica.
È una istituzione che trova difficilmente difensori, perché in Italia il termine massone ha ancora un significato negativo (si ricorderò De Bortoli che per denigrare Renzi parlò di stantio odore di massoneria, frase che di per se non significa nulla, ma getta un’ombra negativa a chi la subisce), quindi scegliere questa Istituzione vuol dire vincere facile; i carabinieri si presentano presso la sede del Grande Oriente di Italia, la più grande istituzione massonica nazionale e chiedono gli elenchi degli iscritti, dapprima di due region,i poi successivamente di tutta l’Italia. Ora è evidente che con una ipotesi di reato è sempre possibile chiedere elenchi mirati per una verifica, ma chiedere genericamente i nomi di migliaia di persone ha il significato di gettare una ombra, una sorta di imputazione di fatto giuridicamente inesistente nei confronti di tutto l’elenco. Così concepita si tratta di una vera e propria caccia alle streghe che getta in pasto ad una opinione pubblica prevenuta i nomi di persone che non hanno alcuna colpa.
Ma proprio sul pregiudizio si basa l’inchiesta, un pregiudizio che non è suffragato da nulla, ma che serve ad avere l’appoggio incondizionato della opinione pubblica e della stampa.
Puntualmente si scatena l’informazione che parla subito di segreti inconfessabili, di cosche massoniche, il pubblico ministero chiede subito di costituire una task force per esaminare la mole di documenti sequestrati e diventa l’ennesimo eroe di una guerra contro il male. Si tratta di un fatto incredibile, anziche cercare riscontri su uno specifico reato, riguardante persone specifiche, si cerca nel mucchio, alla cieca, criminalizzando una intera istituzione, contando sull’appoggio di una opinione pubblica e di una stampa ampiamente prevenuta. La faccio breve, tutto questo si risolve in un nulla di fatto, dopo anni persi e una gigantesca campagna stampa di criminalizzazione. L’opuscolo ripercorre tutta la storia semplicemente raccontando i fatti e le forzature nonché il clima che in quegli anni si è vissuto.
Oggi chiunque può cercare su google l’elenco dei massoni e può divertirsi nel cercare il nome del suo collega, del suo vicino di casa, della persona che conosce magari solo con la malignità di fare pettegolezzo. La documentazione dopo più di 20 anni è stata restituita, nessuna colpa trovata, ma solo una ondata di fango.
La storia può sembrare una storia minima, considerato che si svolge nel periodo di Tangentopoli, che ha visto tante storie analoghe e una criminalizzazione di una intera classe politica, ma certamente è significativa di quel legame perverso tra stampa, certa magistratura e quella voglia di spettacolo che ancora oggi caratterizza certa informazione, soprattutto pensando a tante altre indagini condotte in questo modo dallo stesso protagonista finite in un nulla di fatto.
Sappiamo inoltre da questa storia che si può colpire una intera categoria di persone solo per una appartenenza, cosa possibile solo in un sistema totalitario.
Questo è il motivo per cui questo opuscolo è prezioso e ho voluto raccontarvelo, sempre nella speranza che questo Paese diventi più civile.
“ il rispetto delle condizioni dell’altro è un obiettivo per la salvaguardia, legittima e indiscutibile, dei valori e delle regole su cui la Massoneria fonda la propria esistenza”
Gianni De Michelis