“Valori e Tradizioni 3.0”, il titolo del convegno che si è tenuto il 6 maggio nell’Auditorium Nicola Calipari del Consiglio Regionale di Reggio Calabria su iniziativa dell’Associazione Culturale Logoteta, emanazione dell’omonima loggia reggina del Grande Oriente d’Italia e nel corso del quale sono stati assegnati i premi “Giuseppe Logoteta” e “Paolo Mallamaci” che l’associazione bandisce da anni a favore degli studenti delle scuole superiori di Reggio Calabria. Il Gran Maestro ha fatto appello a una scuola più unita e capace di formare una solida classe dirigente per il futuro.
Significativa partecipazione di pubblico, tanto interesse per l’importanza dei temi trattati e la grande consapevolezza che bisogna puntare sulla scuola, sui giovani, sulla tecnologia per ridare all’Italia la speranza di ripartire e costruire un futuro migliore per le giovani generazioni. Il convegno e le borse di studio Logoteta-Mallamaci sono diventate da 11 anni un appuntamento fisso per gli studenti di Reggio Calabria e Provincia che ogni anno aderiscono con entusiasmo e interesse al premio organizzato dall’Associazione Giuseppe Logoteta con il patrocinio del Grande Oriente d’Italia e del Collegio dei Maestri Venerabili della Calabria.
All’evento che si è svolto sabato mattina nell’Auditorium Nicola Calipari del Consiglio Regionale della Calabria, hanno partecipato il Gran Maestro Stefano Bisi che ha aperto i lavori con il suo intervento, il Primo Gran Sorvegliante Tonino Seminario, i Gran Maestri onorari Ugo Bellantoni, Tonino Perfetti e Pino Lombardo, i Grandi Ufficiali, i Consiglieri dell’Ordine, e i Garanti d’Amicizia. Al tavolo dei relatori il Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico Ed Accettato, Leo Taroni, e il professor Pasquale Amato. Il convegno è stato moderato dal prof. Nicola Catalano e si è aperto con l’inno di Mameli.
Molto sentite ed apprezzate le parole del Gran Maestro Stefano Bisi che ha invitato studenti, professori, personale non docente, cittadini e politici a creare un scuola più unita e capace di aggregare maggiormente per consentire ai ragazzi di crescere e diventare la classe dirigente del domani in grado di risollevare il Paese. Un Paese in cui bisogna essere più che mai capaci di unire e non di alimentare divisioni.
“Sentendo il canto degli italiani – ha detto il Gran Maestro – qui a Reggio Calabria, e pensando che tra qualche ora volerò a Torino per un altro impegno istituzionale, mi viene in mente quanto sia bella l’Italia e quanto siano dalla parte sbagliata coloro che vogliono dividerla. L’Italia e’ una ed una sola. Ci siamo abituati ad ascoltare l’inno solo nella prima parte, mentre la seconda parte che va ascoltata di più e’ forse la più bella perché si dice che siamo derisi perché siamo divisi. L’invito che faccio a tutti quanti, e’ quello che l’Italia deve essere una ed indivisibile. La vostra folta presenza oggi in questa sala dimostra l’attenzione per i temi che le logge di Reggio Calabria lanciano ogni anno raccogliendo l’attenzione degli studenti, degli insegnanti, dei dirigenti scolastici. La comunità della Scuola deve fare ridestare l’Italia. Noi diciamo l’Italia s’e’ desta nel canto degli italiani. Ecco, ridestiamo l’Italia”.
“La nazione ha bisogno – ha aggiunto Bisi – della Scuola, partendo dal motivare studenti ed insegnanti ma anche i bidelli quella figura che ai miei tempi era il custode di tutti, capace di consolare chi aveva preso un brutto voto in matematica e che era fondamentale al pari delle altre componenti scolastiche. Lo dico senza paternalismi, che voi giovani odiate come li odiavamo noi ai nostri tempi. Oggi la Scuola va messa al primo posto delle priorità e va rilanciata. Bisogna affidarsi ai giovani che hanno più forza, più energia e anche la forza di fare ed essere comunità per riuscire nell’impresa.
Ma come si può rilanciare la Scuola? Con il coraggio, la creatività, le nuove tecnologie che devono aiutare a creare la comunione delle persone. Una volta c’era il servizio militare che metteva in collegamento siciliani e calabresi con i piemontesi ed i veneti. Oggi ci sono le nuove tecnologie che ci permettono di fare Comunità. Ora, la Scuola, Voi tutti, rappresentate per me una candela accesa e una candela accesa nel cuore della notte illumina più del Sole. Guardiamo avanti con fiducia e speranza in questa terra spesso martoriata dalle cronache. Il Grande Oriente d’Italia il 19 maggio sarà a contatto con le amministrazioni locali di Locri, Siderno, Gerace per parlare di valori e Legalità”.
La chiusura il Gran Maestro l’ha riservata ai ragazzi con un messaggio che ha voluto essere un invito a guardare alla Massoneria con interesse e non lasciandosi mai fuorviare da pregiudizi e barriere ideologiche precostituite. “Voi giovani dovete guardare liberamente quello che facciamo, e chi siamo. Che opere portiamo avanti nella società contemporanea. E soprattutto cercate di non vedere negli altri il sospetto nel giudicare. Un grande magistrato, Giovanni Falcone, diceva che il sospetto non è l’anticamera della Verità ma della calunnia. E con questo messaggio invito voi giovani a fare del vostro meglio nella Società”.
Dopo il breve saluto portato dal presidente del Collegio dei Maestri Venerabili della Calabria, Giuseppe Messina, e’ toccato ai relatori entrare nel vivo della tematica del convegno.
Il Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico Ed Accettato, Leo Taroni, e’ intervenuto sul Trinomio Libertà-Uguaglianza-Fratellanza con queste parole. “Il libero muratore non identifica il Trinomio con un fatto politico contingente, perché rappresenta per lui invece uno dei molteplici risultati ai quali conduce l’essere Massone nella sua accezione più profonda e sostanziale. Posto che il Massone è per definizione “uomo libero e di buoni costumi”, cioè scevro dai pregiudizi e dai condizionamenti spesso imposti dalla vita quotidiana, libero nel suo vissuto e quindi testimone discreto ma fermo di questo status, non avverte la necessità del Trinomio. Necessità che, nell’accezione del termine, costituirebbe una limitazione del suo essere libero. Non può neppure accettare il Trinomio come un’utopia che ci condurrebbe all’astrazione, alla non realizzazione di noi stessi nel qui e nell’ora. Mentre è nel concreto che noi dobbiamo sentirci liberi, uguali e fratelli. E ciò avviene all’interno di una Loggia”.
Il professor Pasquale Amato, nel suo argomentare ricco di spunti e riferimenti storici ha voluto mettere in risalto nella parte finale della sua relazione come il Trinomio sia ancora oggi un’utopia necessaria ma a certe condizioni consigliate dall’esperienza.
“Qualunque sistema di valori che si afferma in una società è figlio della storia di quella comunità, della geografia, del clima, dell’economia, della religione o delle religioni. Ma e’ necessario abbandonare le utilizzazioni distorte del trinomio quali: la pretesa di imporre con la forza i propri valori a popoli che hanno una storia, una cultura, una religione e tradizioni differenti e sono tanti gli esempi. Poi la pretesa dell’integrazione che significa imposizione più raffinata della propria cultura sugli altri. Infine, occorre ripensare e riadattare quel trinomio al nuovo scenario del mondo sempre più multietnico, multiculturale e policentrico nel quale viviamo. E applicare il concetto egualitario della convivenza tra identità diverse nel rispetto reciproco”. Bello anche l’intervento sulla Tradizione portato dal presidente dell’Associazione “Le Muse”, Giuseppe Livoti.
La cerimonia si è conclusa con la premiazione degli studenti che hanno partecipato alle borse di studio. Il Premio artistico Paolo Mallamaci è stato vinto da Sabrina Giovanna Pirrotta del Liceo Artistico “Preti-Frangipane”. Al secondo posto si è classificata Sara Pirrotta del Liceo Artistico “Preti-Frangipane” , ed al terzo Romana Azzarà del Liceo Artistico “Preti-Frangipane”. Per quanto riguarda il premio letterario Giuseppe Logoteta si è classificata prima Alessandra Mesiti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “L. Nostro-L. Repaci”. Al secondo posto Domenica Oliverio dell’Istituto Istruzione Superiore “E. Fermi”, e al terzo Filippo Tripodi del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci.
di Angelo Di Rosa