“Oggi non si chiudono le celebrazioni della ricorrenza del XX Settembre. È soltanto la tappa del nostro cammino di liberi muratori. Chi è venuto al Vascello ha visto una cartolina con la presa di Porta Pia e dietro la scritta ‘Siamo contro ogni tipo di muro da sempre’. Ed è così, siamo contro ogni muro”. Lo ha sottolineato il Gran Maestro Stefano Bisi, il pomeriggio del 20 settembre, durante l’omaggio ai Caduti della Breccia di Porta Pia presso la lapide nelle Mura Aureliane che ricorda la storica battaglia che sancì l’annessione di Roma all’Italia.
“Ringrazio tutti – ha aggiunto – coloro che hanno partecipato agli eventi che si sono tenuti al Vascello. C’è stata una grande partecipazione, con alcuni momenti emozionanti, come l’incontro con i ragazzi della squadra di basket in carrozzina di Reggio Calabria e come quello con Valerio Catoia il ragazzo che quest’estate a Sabaudia ha salvato una ragazzina che stava annegando. L’abbiamo premiato, era giusto farlo. Lo aveva fatto il ministro dello Sport. Lo farà il presidente della Repubblica.
Noi vogliamo andare davvero oltre, oltre le paure, oltre i pregiudizi, oltre le differenze. Viva la breccia di Porta Pia!”.
Prima di raggiungere Porta Pia , la delegazione del Grande Oriente d’Italia, guidata dal Gran Maestro Stefano, si era recata, com’è tradizione, anche a rendere omaggio al l monumento a Giuseppe Garibaldi sul Monte Gianicolo.
Porta Pia fu fatta erigere a Roma nel 1561 da Pio IV, presso l’antica Porta Nomentana, su disegno di Michelangelo. Il 20 settembre 1870 il tratto tra Porta Pia e Porta Salaria fu l’obiettivo dell’attacco principale delle truppe italiane, guidate dal generale Raffaele Cadorna, contro l’esercito papalino per l’occupazione di Roma. I primi colpi di artiglieria raggiunsero le mura alle 5,15. I pontifici alzarono la bandiera bianca alle 10,05, mentre i reparti più prossimi all’ampio varco, che nel frattempo era stato aperto, davano inizio all’ingresso degli Italiani a Roma. Il primo soldato a varcarlo fu il sottotenente Federico Cocito della 5ª batteria del 9° reggimento artiglieria pesante comandata dal Capitano Giacomo Segre. Tra i giornalisti al seguito degli artiglieri italiani c’era anche Edmondo De Amicis che immortalò con queste parole quello storico momento: “Porta Pia era tutta sfracellata; la sola immagine della Madonna, che le sorge dietro, era rimasta intatta; le statue a destra e a sinistra non avevano più testa; il suolo intorno era sparso di mucchi di terra; di materassi fumanti, di berretti di Zuavi, d’armi, di travi, di sassi. Per la breccia vicina entravano rapidamente i nostri reggimenti”. Da quel giorno di fine estate di 147 anni fa, in cui a tuonare erano stati i cannoni, la Breccia di Porta Pia è simbolo dell’Unità d’Italia. L’apertura di quelle mura consentì lo scambio di uomini e di idee e l’avvio del nostro paese alla modernità.
Nel 1895 il XX Settembre diventò festa nazionale, poi revocata nel 1930 dopo la firma dei Patti Lateranensi. Di recente sono stati presentati disegni di legge per ripristinare la festività. Oggi, il dissidio che a lungo oppose Stato e Chiesa è stato superato con la conciliazione dei valori laici e cattolici in nome di un unico spirito nazionale che coniuga tutte le radici culturali del nostro paese. Nel 2010 il cardinale Tarcisio Bertone, che all’epoca era segretario di stato vaticano, ha partecipato per la prima volta alle celebrazioni del XX Settembre a Porta Pia insieme all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
E’ del 1905 il primo film su ‘La presa di Roma’
All’evento della breccia di Porta Pia fu dedicato nel 1905 il primo film prodotto in Italia da una casa cinematografica. Il regista, Filoteo Alberini, maestro massone del Grande Oriente d’Italia, aveva compreso che il cinema rappresentava uno strumento pedagogico formidabile per costruire un’identità nazionale fondata sui valori morali e civili del Risorgimento.
Celebrazione XX Settembre ad Arezzo: https://www.facebook.com/menchettimaurizio/media_set?set=a.1651758031502397.1073741852.100000046475647&type=3&pnref=story