La “Breccia” di Porta Pia, i Bersaglieri, il Regno d’Italia a cui mancava Roma nel processo unitario e lo Stato Pontificio con i retaggi de ‘’Il Sillabo’’ ,che segnò il tentativo di Pio IX di opporsi alla modernità e al progresso, ma anche -come riporta una riflessione di qualche anno su La Stampa on line- alle «pestilenze» del socialismo, del comunismo e delle società segrete, e una data – quella del 20 settembre 1870- che segnò una svolta nella storia del Bel Paese. Una data nazionale che Matera ha bene impressa nella targa di una strada arcinota del centro che nella Capitale europea della cultura 2019 rappresenta il tratto iniziale di piazza Vittorio Veneto per raggiungere altre piazze e i rioni Sassi. Centralità che a Roma il Grande Oriente d’Italia celebra in concomitanza della ricorrenza dell’Equinozio di Autunno, che segna la ripresa delle attività dopo le pause estive. Un programma vasto e interessante e un tema ‘’ L’Italia delle speranze’’ che ci sta tutto in una fase nuova, difficile, a volte contraddittoria, ma che ha avviato una profonda riflessione sui fallimenti e le ipocrisie del passato e le riforme (necessarie) che il Paese attende da tempo. E poi la questione dei diritti, delle libertà che rischiano di intaccare la nostra democrazia. La “Breccia’’ del 1870 è anche questo. Non dimentichiamolo. E non dimentichiamo quanti, e nella storia del Grande Oriente ce ne sono, accanto a tanti patrioti coronarono il grande sogno- pur tra tanti limiti – dell’unificazione della Penisola. Il canto degli Italiani ce lo rammenta ogni volta che viene eseguito… (Franco Martina)
XX SETTEMBRE, UNA DATA E L’ITALIA DELLE SPERANZE DA ROMA A MATERA